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Comunicato stampa

A Bucarest un Simposio internazionale
dedicato ai principali temi della cardiologia

Bucarest 16 aprile 2015 - Si intitola “Update in cardiology” il simposio internazionale in corso a Bucarest (Romania), dal 16 al 18 aprile 2015, organizzato dall’Università di Medicina e Farmacia Carol Davila di Bucarest e dalla Romanian Society of Cardiology, e promosso dalla Fondazione Internazionale Menarini di Milano (Italia).

Nelle tre giornate vengono trattati i principali temi della cardiologia, come ipertensione, fibrillazione atriale, coronaropatia, scompenso cardiaco, cardiologia interventistica e imaging.  Da segnalare nel corso del simposio si svolge la cerimonia di assegnazione per  la Laurea Honoris Causa a Louis J. Ignarro, Professore di Farmacologia Molecolare alla University of California a Los Angeles (Stati Uniti) e vincitore del Premio Nobel per la medicina nel 1998.

Poco più di trent’anni fa Luis Ignarro, un biochimico statunitense oggi alla Ucla University di Los Angeles, scoprì che l’ossido nitrico svolgeva nell’organismo un ruolo di mediatore intracellulare. Nel 1998 la scoperta valse a Ignarro il premio Nobel per la Medicina, e oggi il ricercatore è a Bucarest per condividere con i colleghi provenenti da tutto il mondo i progressi e i risultati di oggi. Gli studi clinici si stanno orientando in particolare verso le patologie cardiovascolari. «L’ossido nitrico e l’idrogeno solforato sono coinvolti in numerose malattie cardiovascolari in quanto l’alterazione della loro secrezione, in eccesso oppure in difetto, può determinare effetti patologici oppure portare dei benefici» spiega Ignarro. «In particolare l’ossido nitrico è il mediatore su cui si fonda l’attività di moltissimi farmaci utilizzato in ambito cardiovascolare, tra cui i più conosciuti sono probabilmente i nitroderivati, come la nitroglicerina, e che sono ampiamente utilizzati. Oltre all’ossido nitrico, è interessante il meccanismo  d’azione di altri farmaci, il nebivololo, il sildenafil e gli antiossidanti.

In particolare il nebivololo può stimolare l’enzima NO sintetasi dell’endotelio dei vasi a produrre più ossido nitrico; inoltre ossido nitrico e nebivololo esercitano un effetto sinergico protettivo sul sistema cardiovascolare. La dimostrazione che l’ossido nitrico è un fattore ubiquitario che svolge un importante ruolo nella regolazione di molte funzioni cellulari e nella protezione di tessuti e organi, ha permesso di fare luce anche sull’origine di malattie nelle quali si possono riscontrare difetti nella sua produzione». 

Altro tema importante del simposio è la fibrillazione atriale e la prevenzione dell’ictus grazie alle terapie anticoagulanti. Alla base della discussione lo studio RE-LY e il più recente RELY-ABLE. «I risultati dello studio RELY-ABLE hanno fornito ulteriori dati che, anche nel lungo periodo, supportano  il profilo di sicurezza ed efficacia delle terapie anticoagulanti nella prevenzione dell’ictus in pazienti con fibrillazione atriale non valvolare» spiega Dragos Vinereanu, docente di Cardiologia all'Università di Medicina e Farmacia Carol Davila di Bucarest e chairman del simposio. «I dati combinati dello studio RE-LY e RELY-ABLE corrispondono a più di  quattro anni di esperienza clinica e forniscono la valutazione più esaustiva dei benefici degli anticoagulanti orali  nella prevenzione  dell’ictus in pazienti con fibrillazione atriale».

Lo studio  internazionale multicentrico RELY-ABLE ha seguito 5.851 pazienti per un ulteriore periodo di 28 mesi dopo il completamento dello studio RE-LY e ha valutato i benefici nel lungo periodo. I risultati di RELY-ABLE supportano il mantenimento dei benefici nel lungo periodo: frequenza di ictus ischemico 1,15%/anno-1.24%/anno e incidenza di ictus emorragico 0,13%/anno.

«In considerazione del progressivo allungamento della durata della vita i pazienti con fibrillazione atriale hanno la prospettiva di dovere assumere per molti anni il trattamento anticoagulante» prosegue Vinereanu. «A fronte di questo scenario, poter disporre di dati sul lungo periodo costituisce una sicurezza non solo per i pazienti ma anche per il medico curante, considerando che le persone affette da FA possono usufruire dei benefici derivanti da un trattamento protratto a lungo termine». 

Nove ictus su dieci associati a fibrillazione atriale sono di natura ischemica, episodi che possono portare a un danno neurologico irreversibile con devastanti conseguenze nel lungo termine come paralisi, disabilità e difficoltà di linguaggio.

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