Comunicato stampa
Esperti italiani a Londra per un Workshop Internazionale sulle malattie cardiovascolari
Londra, 5 maggio 2016 - I massimi esperti mondiali di cardiologia sono riuniti a Londra in occasione del Workshop Internazionale “Treatment of Cardiovascular Disease in 2016 - Confronting ‘Real Life’ Challenges”. L’evento, organizzato dal Cardiovascular and Cell Sciences Research Institute della St George's University di Londra con il supporto della Fondazione Internazionale Menarini, è in programma dal 5 al 7 maggio 2016.
Tutte le sessioni sono condotte da clinici di fama internazionale, tra cui diversi clinici italiani, e prenderanno in esame i diversi aspetti della cardiologia.
Uno dei temi principali del meeting è l’angina cronica stabile, la più comune manifestazione di ischemia cardiaca nei Paesi occidentali, responsabile di una ridotta qualità di vita e in una crescente mortalità. «La patogenesi dell’angina è complessa e spesso implica stenosi arteriocoronariche che riducono la capacità della circolazione coronarica o limitano l’apporto del sangue al miocardio» spiega Carlos Kaski, Direttore dell’Institute of Cardiovascular and Cell Sciences Research Institute, alla St George’s University di Londra. «Anche il microcircolo coronarico può avere un ruolo importante nella comparsa di angina. Il trattamento di questa condizione richiede un approccio multifattoriale che deve combinare cambiamenti nello stile di vita, una gestione decisa per ridurre i fattori di rischio modificabili della arteriocoronaropatia, un’appropriata terapia farmacologica e se necessaria anche la rivascolarizzazione del miocardio». Diversi farmaci anti-angina sono stati introdotti che potrebbero determinare un efficace controllo dei sintomi. questi nuovi farmaci hanno un meccanismo d’azione specifico e minori effetti collaterali rispetto alle terapia precedenti.
«L’obiettivo del trattamento dell’angina stabile cronica non è soltanto quello di ridurre i sintomi, ma anche di ridurre i danni ischemici e migliorare la prognosi a lungo termine, contrastando la progressione dell’aterosclerosi e le sue sequele cliniche. Il trattamento dell’angina stabile dovrebbe idealmente essere “cucito” su misura secondo le necessità di ogni singolo paziente, valutando la natura e la severità dei sintomi, i fattori di rischio, le co-morbilità e le opinioni de paziente» conclude Kaski.
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